La Calabria è incredibilmente densa di storia e tradizione e, monumenti a parte, la cucina ne è lo specchio. Vi parlerò meglio di tutto questo nelle prossime settimane, ho in serbo una sorpresa (spero bella ed interessante) per voi che mi leggete sia dall’Italia che da tutto il Mondo.
Ritornando alle Gute, di storia ne hanno da vendere! Le loro origini risalgono a tempi molto antichi e toccano anche la Pasqua ebraica. Durante il periodo pasquale non si potevano mangiare alimenti lievitati, ma allo scadere di quest’ultimo, quindi alla fine della Settimana Santa, si poteva riprendere con la normale alimentazione. I dolci dell’epoca erano costituiti da cibi semplici, soprattutto pane zuccherato, dolce. Fu così che divenne tradizione preparare al termine degli 8 giorni di digiuno, dei pani lievitati e dolci. In tutti i Paesi cristiani è usanza ancora oggi preparare questo tipo di dolci per la Pasqua. La Guta è proprio questo, un pane dolce, molto semplice, che avvolge l’uovo sodo, simbolo della Risurrezione di Gesù, diffusissimo nella provincia di Reggio ed in tutta la Calabria, molto simile alla Cuzzupa, un altro pane dolce più diffuso nelle zone di Crotone, Cosenza e Catanzaro, ma con un’altra ricetta.
Tra le varie ricette che ho letto per questo impasto, c’è chi usa il lievito di birra e chi invece usa l’ammoniaca per dolci o lievito in polvere da pasta frolla, per intenderci. Io ho preferito rifarmi alla loro storia e quindi ho usato il lievito di birra, altrimenti sarebbero divenuti dei biscotti, ma in quel caso, a Reggio abbiamo già i Cudduraci, che trovate qui, bellissimi biscotti che rispettano sempre questa particolare tradizione.
Non ci sono difficoltà particolari nell’esecuzione, ma scrivetemi se doveste incontrare qualche problema! Adesso tutti all’opera per sfornare cudduraci, sgute e pastiere, ma vi aspetto sabato con la ricetta di un dolce più particolare da portare in tavola il giorno di Pasqua! ^_^
Gute o Sgute Calabresi di Pasqua
Ingredienti
- 600 g di farina forte
- 125 g di zucchero
- 1 uovo
- 120 ml di olio di semi di girasole - o oliva, se preferite
- 180 ml di acqua
- 15 g di lievito di birra
- 4 g di sale integrale
Ed in più:
- 1 uovo per dorare
- 6 uova sode* - da mettere all'esterno delle brioche
Procedimento
- Fai intiepidire l'acqua e sciogli bene il lievito di birra. In una terrina, versa la farina a fontana, lo zucchero, l'uovo, l'olio di semi ed il lievito sciolto nell'acqua.
- Inizia ad impastare. Inizia ad impastare ed appena l'impasto prende un minimo di consistenza, aggiungi il sale.
- Può succedere che l'impasto richieda dell'altra farina (tutto dipende dal potere di assorbimento dei liquidi che ha quest'ultima): in questo caso, aggiungine un pochino alla volta, sempre impastando, fino a che non otterrai un impasto morbido ed elastico, come quello di una brioche.
- A questo punto, infarina leggermente una terrina e poni l'impasto dentro. Olia leggermente la superficie della pasta per non farla seccare in lievitazione.
- Copri la terrina con un canovaccio e poni a lievitare in luogo tiepido per circa un'ora o fino al raddoppio.
- Intanto colora le uova: questa operazione puoi anche saltarla o colorare le uova dopo la cottura delle sgute in forno. (v. nelle NOTE o nel post dei Cudduraci.
- Formatura
- Passato il tempo di lievitazione, oliati le mani e metti un pochino di olio anche sul piano di lavoro. Prendi un po' di impasto alla volta e forma un cordoncino. Segui le immagini in basso
- Questo rappresenta un coniglietto, ma è solo una delle tante forme che si possono creare 🙂
- Poni tutte le brioche sulla teglia ricoperta da carta forno e poni nuovamente a lievitare per 1 - 2 ore.
- Doratura
- Sbatti l'uovo con una forchetta e poi spennellalo sopra le sgute con un pennello da pasticceria. Inforna a 180° per 25 minuti circa, devono essere ben dorate e cotte sia sopra che sotto.
Note